Siepi rase al suolo a Montesilvano. Interviene il comitato scientifico nazionale del Co.n.al.pa.

Siepi rase al suolo a Montesilvano.
Interviene il comitato scientifico nazionale del Co.n.al.pa.
“Un grave danno al patrimonio verde pubblico e all’immagine del territorio”

 

Sul caso Oleandri di Montesilvano, circa 2,5 km di siepi ottima salute e tagliate a raso a inizio marzo, interviene il Comitato Scientifico Nazionale del Co.n.al.pa., un organo consultivo formato da importanti esperti  e figure autorevoli nella tutela e conservazione dei beni ambientali di fama nazionale e internazionale. Nomi importanti, consultabili sul sito del Co.n.al.pa. che appartengono al mondo accademico, alla botanica, all’arboricoltura e al giardinaggio, alla cura di parchi e giardini fino alla gestione delle foreste e alla progettazione e restauro del paesaggio. Attualmente, lungo la Strada Parco di Montesilvano si assiste a un paesaggio di desolazione non esiste più un filo d’erba e le verdeggianti siepi sono ridotte a semplici monconi che sbucano dal terreno.
Ecco quanto dichiarato dal Comitato:

Quanto accaduto recentemente nella città di Montesilvano con la demolizione di oltre due chilometri di siepi di Oleandro rimane un grave danno al patrimonio verde pubblico e all’immagine del territorio.” spiega il Comitato scientifico nella sua relazione, “L’operazione di taglio ha demolito totalmente una infrastruttura verde che produceva servizi ecosistemici per i cittadini creando anche un ambiente salubre e accogliente. Occorre ricordare che la nostra prosperità economica e il nostro benessere dipendono dal buono stato del capitale naturale, compresi gli ecosistemi che forniscono beni e servizi essenziali. E’ risaputo che la vegetazione urbana e periurbana è considerata una risorsa importante per il miglioramento della qualità della vita, per la sostenibilità dei sistemi urbani e per il mantenimento ed incremento della biodiversità in ambienti fortemente antropizzati.”

 

L'immagine può contenere: spazio all'aperto

 

Il Comitato parla anche del valore ecologico e paesaggistico delle siepi in città: ““Da sottolineare il valore ecologico e paesaggistico delle siepi in città che possono avere un impatto fortemente positivo sull’immagine del paesaggio urbano. La loro grande importanza è indiscutibile anche dal punto di vista biologico, perché permettono l’insediamento di molte specie di insetti, lombrichi, uccelli, rettili e piccoli mammiferi, garantendo la continuità del ciclo alimentare e l’arricchimento del suolo. Nei sistemi urbani ricoprono un ruolo essenziale quali fondamentali strutture lineari vive che, assieme agli alberi isolati o in filari, contribuiscono a tessere una indispensabile continuità ecologica. Sono quindi insostituibili nella costruzione della rete ecologica territoriale nelle aree a più elevata antropizzazione, quali sono le aree urbanizzate. Le siepi svolgono poi una rilevante funzione di frangivento, di difesa dall’inquinamento ambientale (dell’aria, acustico, ecc.) e di miglioramento del microclima. Sono, inoltre, elementi di notevole interesse estetico nell’ambito del paesaggio urbano.  Sono quindi apprezzabili gli interventi delle Amministrazioni Comunali finalizzati ad incrementare la presenza delle siepi (oltre che, ovviamente, degli alberi) nelle città. Ed è parimenti apprezzabile, e fondamentale, l’adozione di un piano per la loro manutenzione, che assicuri la salute e il mantenimento nel tempo di queste importanti strutture verdi.”

 

Il Comitato parla delle possibili alternative al taglio drastico e degli aspetti fitosanitari: “Seppur l’Oleandro sia una pianta molto resistente in grado di vivere in condizioni difficili, questo tipo di interventi drastici produce inevitabilmente un progressivo indebolimento degli esemplari. La potatura è un’operazione altamente specialistica che richiede una adeguata progettualità.  Si tratta sempre e comunque di una operazione dannosa per l’esemplare che la subisce e, dunque, richiede chiare e specifiche motivazioni per la sua realizzazione. Tali motivazioni, evidentemente, non possono essere ricondotte alla necessità di pulizia o alla presenza di animali indesiderati, problemi che dovrebbero essere risolti migliorando a aumentando la raccolta dei rifiuti, non certo causando danni alla vegetazione. La potatura dell’oleandro, peraltro, è una operazione tipicamente autunnale e quantitativamente contenuta, proprio per godere della fioritura di questa specie.”

 

L'immagine può contenere: cielo, nuvola e spazio all'aperto

 

“Potare a fine inverno ed in modo sconsideratamente severo causa una grave sofferenza vegetativa ed induce una sproporzionata risposta vegetativa a sfavore di quella riproduttiva, dalla quale, appunto, dipende la produzione di fiori. Lo stress energetico indotto, peraltro, si rivela spesso foriero di patologie opportuniste che, nel tempo, possono minare la continuità compositiva dell’impianto. Il taglio drastico e senza criterio va a eliminare i meccanismi difensivi degli arbusti, ma soprattutto va ad influenzare negativamente il bilancio energetico degli arbusti che vengono depletati di ogni riserva energetica con le conseguenze che si possono immaginare. I patogeni e i parassiti riconoscono questo stato di debolezza e avremo cespugli che probabilmente ricacceranno, ma che saranno infestati da cocciniglie, acari, afidi, mal bianco e marciumi radicali. Allora si reclamerà la malattia e si cercherà – per la gioia dei venditori di antiparassitari – il veleno, la miracolosa pozione magica per debellare il “tremendo patogeno”. Gestire il verde pubblico seguendo luoghi comuni ormai ampiamente superati come quello che le piante potate si “rinforzano”, significa svilire la competenza e la professionalità di chi da anni si adopera per la diffusione delle buone pratiche di governo della cosa pubblica.”

 

Comitato Scientifico Nazionale del Co.n.al.pa. Onlus

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *