Sulmona. I Pini d’Aleppo su Piazza Carmine condannati a morte

A Sulmona due Pini d’Aleppo saranno sacrificati perchè hanno il tronco storto

Veduta sui pini nel giardino sopra Piazza Carmine – Foto Maria Trozzi

 

La condanna a morte per questi Pini d’Aleppo sulmonesi è stata autorizzata dall’Amministrazione Comunale a quanto pare per una inclinazione dei fusti che desta qualche preoccupazione! La notizia è stata riportata dal blog Reportage,com. Il Comune ha dichiarato che ci sono tutte le autorizzazioni per procedere al taglio ma fino ad ora non è stata pubblicata nessuna relazione che attesti l’effettiva pericolosità dei due alberi.

In data 9 ottobre un cordone di persone, circa una trentina, ha cinto il cantiere in cui sono ormai imprigionati i Pini d’Aleppo. Un messaggio forte da parte di cittadini amanti del verde che non vogliono vedere morire questi giganti compagni di vita da decenni. La notizia è riportata dal giornale online ilgerme.it.

Due alberi molto amati dai Sulmonesi che sono diventati con il tempo elementi imprescindibili di uno dei centri storici più belli del Centro Italia. Piazza Carmine è nel pieno centro di Sulmona, uno dei punti principali del passeggio cittadino e della sosta.  Questi pini sono un elegante arredo verde che abbellisce la veduta in prossimità dell’Acquedotto di Corso Ovidio. In molte fotografie di turisti rintracciate su Google, questi due alberi rappresentano una cartolina sulmonese che va a impreziosire la veduta sul Morrone e sugli elementi architettonici storici. Insomma, si va a distruggere un paesaggio di Sulmona ricco di ricordi e di suggestioni.

Che i grandi alberi siano capaci di disegnare paesaggi e di imprimere un tocco di eleganza e vitalità a qualsiasi realtà urbana è un dato di fatto confermato da innumerevoli studi. Immaginiamo cosa sarebbe Piazza Carmine senza questi due pini: la desolazione! Spendere 300 mila euro per un restyling in cui si va a snaturare una cartolina sulmonese ha veramente senso? Non siamo contro la riqualificazione di quest’area, siamo contro l’eliminazione di questi alberi senza trovare alternative.

Guardiamo l’aspetto botanico dei nostri pini.  Occorre sfatare il mito del Pino d’Aleppo pericoloso perchè storto, una diceria che scaturisce dalla fobia degli alberi in caduta libera. Il Pino d’Aleppo è un albero frugale, che vive sulla roccia, aggrappato alle assolate e brulle scogliere sul mare, capace di vivere strisciando sul terreno, di prendere forme bizzarre in base al vento e alla disponibilità di luce. Il Pino d’Aleppo è l’albero della resistenza, il suo tronco ha un movimento spiraliforme, forgiato dalle intemperie e dal tempo, resiste alla siccità, al gelo, al gran caldo, si adatta a condizioni avverse, ha un apparato radicale imponente con radici fascicolate che riescono a vivere in situazioni dove nessun albero potrebbe vivere. Chi dice che il Pino d’Aleppo cade perchè è storto non sa nulla di questa specie e non conosce la sua evoluzione in natura. Pertanto invitiamo i signori amministratori di Sulmona di andare a visitare un gioiello di Pino d’Aleppo a Pescara, nel Parco ex-Di Cocco, che è caduto a terra ma continua a vivere attraverso una elegante forma strisciante che lo rende unico nel suo genere. Oppure possono visitare i pini d’Aleppo di Silvi Marina o quelli ubicati nella Riserva della Torre di Cerrano, tutti piegati e storti, con andamento spiraliforme, striscianti, ma tutti vivi e presi in grande considerazione.

 

Veduta sui pini nel giardino sopra Piazza Carmine – Foto Maria Trozzi

 

I pini di Sulmona, silenziosi protagonisti di questa splendida città, saranno sacrificati per soddisfare un’opera di restyling del tessuto urbano. Ancora una volta questa parolona compare in concomitanza di albericidi. Restyling è un termine ormai abusato da tanti amministratori pubblici desiderosi di lasciare il segno e passare sopra tutto e tutti. In realtà il restyling è qualcosa che va a migliorare il territorio in cui si vive e non a distruggerlo.

In nome del cosiddetto “restyling” in Italia ne vediamo di tutti i colori, abbattimenti, distruzione di paesaggi storicizzati e di vedute verdeggianti… tutto eseguito in nome di un “cambiamento” sbandierato ai quattro venti che in molti casi diventa cancellazione della memoria storica. Nelle città virtuose ci si pensa più volte prima di abbattere alberi storici, si trovano soluzioni alternative, si valorizzano i beni ambientali programmando progetti, coinvolgendo esperti del settore.

Come associazione non possiamo che essere fermamente contrari a questo imminente abbattimento di Pini d’Aleppo che saranno poi sostituiti dai soliti due o quattro alberelli dimenticati da Dio e dagli uomini, per lo più specie di terza grandezza per non avere ulteriori problemi di gestione.

Chiediamo all’Amministrazione Comunale sulmonese di mostrarci le carte, di farci vedere questa relazione tecnica se esiste e queste autorizzazioni che condannano a morte alberi con chiome verdeggianti e custodi di ricordi.  Quante volte, chi si è trovato a passeggiare su Corso Ovidio, si è fermato all’ombra degli alberi, in estate, a sedersi sulle panchine dei giardinetti.

Chiediamo al Comune: per i pini avete fatto una prova a trazione? Avete fatto un’indagine con tomografia? Come ci insegnano i massimi esperti di pini su scala nazionale, l’indagine su questi alberi complessi deve essere fatta principalmente a livello strumentale. La prova  a trazione è riconosciuta da molti professionisti come la migliore analisi per valutare la stabilità degli esemplari di questa specie. Una semplice analisi visiva del pino non può rintracciare tutti i difetti di questi grandi alberi. I pini, come ci è stato insegnato dagli esperti in materia, hanno tanti segreti che nascondono gelosamente e che il valutatore di stabilità deve rintracciare con professionalità e pazienza. Sono alberi difficilmente decifrabili senza la giusta preparazione e le dovute specializzazioni in materia.

Ci hanno comunicato che l’abbattimento è imminente, probabilmente nei prossimi giorni. Il Comune si fermi a ragionare e a dialogare con gli esperti e i cittadini amanti del verde. Faccia un passo indietro per trovare soluzioni alternative prima di creare una ferita incancellabile nel tessuto urbano sulmonese e nella memoria storica dei cittadini.

Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus

 

Articolo su reportage.com

 

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