L’albero monumentale. Tutela e conservazione

Gli alberi monumentali santuari della natura e della storia

 

La quercia monumentale di Cagnano Amiterno (AQ) –  Foto Colazilli

 

 INTRODUZIONE

L’albero monumentale è un tesoro dal valore inestimabile che custodisce secoli e secoli di memorie, leggende e avvenimenti storici. Esso un bene storico-culturale a tutti gli effetti, vero e proprio monumento naturale L’albero monumentale è giunto tale fino a noi perchè inserito in un contesto ambientale dove il disturbo dell’uomo è sempre stata minimo o perchè lo stesso esemplare è stato oggetto di venerazione e sacralità presso le popolazioni locali.
Maestosità, longevità, rarità botanica, sacralità sono le caratteristiche principali per far si che un albero possa definirsi monumentale. Grande importanza ha il valore ambientale di questi grandi alberi: i patriarchi verdi diventano dei veri e propri ecosistemi che donano biodiversità e salute all’ambiente circostante; sono infatti patria di insetti, uccelli, mammiferi, funghi.
La presenza di un albero monumentale è il simbolo di un pluricentenario connubio uomo-albero, un rapporto di rispetto, di memorie, ricordi, avvenimenti. Tali esseri viventi sono le cattedrali del bosco e dei grandi giardini storici. Sono custodi di una sacralità universale. Sono i nostri profeti taciturni, immobili ma così straordinariamente amichevoli, di fronte ad essi non ci si sente mai soli, ci si trova in luoghi di pregheria, meditazione e contemplazio- ne. Abbattere alberi monumentali è sacrilegio contro la cultura, la storia e l’arte della Nazione. Intorno a questi esseri viventi straordinari nasce la vita, c’è un fiorire di personaggi illustri, di attività artistiche, di poesia e letteratura. L’albero monumentale è un elemento paesaggistico di assoluto rilievo che caratterizza una città, un giardino o un paesaggio culturale o naturalistico. Se si va ad eleminare questi alberi che ormai disegnano da secoli un determinato paesaggio si rischia di compromettere per sempre l’immagine del territorio e distruggere anche il senso di appartenenza di un popolo. L’albero monumentale, infatti, caratterizza anche le vicende storiche e culturali di una popolazione ed è una meraviglia in cui i cittadini si identificano tramite storie, leggende e tradizioni tramandatesi per generazioni.

 

Monumentale leccio presso Villa Lante a Bagnaia (VT) –  Foto Colazilli

 

Nella storia dell’arte l’albero monumentale è stato un importante protagonista di numerosi dipinti ed è stato ritratto e studiato da famosissimi artisti di varie epoche,  soprattutto a partire dalla fine del XVI secolo, quando il genere pittorico del Paesaggio inizia ad avere una grande importanza. Le testimonianze iconografiche dell’albero monumentale dimostrano come gli artisti paesaggisti siano sempre stati legati alla sacralità e maestosità di questi esseri viventi che vengono trasformati in templi di ispirazione e meditazione, contemplati e studiati nelle campagne, nei giardini, diventando elementi essenziali di opere immortali. Tra gli  artisti famosi che hanno amato ritrarre gli alberi pluricentenari ci sono Annibale Carracci (1560- 1609), Jan Brueghel (1568-1625), Claude Lorrain (1600-1682), Pierre Henry de Vallenciennes (1750-1819), Jean Honorè Fragonard (1732-1806), Alexander Cozens (1717-1786), John Robert Cozens (1752-1797), John Constable (1776-1837), Karl Friedrich Lessing (1808-1880), Camille Corot (1796-1875), Filippo Palizzi (1819-1899), Gustave Courbet (1819-1877), Theodore Rousseau (1812-1867) John Milne Donald (1819-1866), Vincent Van Gogh (1853 – 1890), Gustave Klimt (1862 – 1918), Pieter Mondrian (1872-1944). I patriarchi verdi sono una ricchezza eccezionale che può smuovere un turi- smo particolare di “cercatori di alberi”, desiderosi di entrare in contatto con queste nobili creature, sviluppando così itinerari naturalistici e culturali con visite guidate, circolazione di denaro, posti di lavoro. Ricordiamoci che un albero monumentale è anche creatura
divina, mitica colonna del cielo in cui si generano sorprendenti energie positive che riescono a curare l’anima e il corpo.

 

Ulivo monumentale di Roseto (TE) – Foto Colazilli

 

Legislazione gli alberi monumentali

In Italia le leggi che tutelano gli alberi monumentali sono le seguenti:
D.Lgs. 26 marzo 2008, n. 63 nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, Capo II, Art. 136 viene fatta un’importante modifica e si legge che sono soggetti a tutela: “le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali”. Legge n.10 del 14 gennaio 2013 dove c’è un’ulteriore svolta nella tutela degli alberi monumentali. Come recita l’artico- lo 7 della suddetta legge in cui si delinea la definizione di “Albero Monumentale”, si obbliga le Regioni a redigere degli elenchi per  la tutela degli alberi monu- mentali e si specificano anche le pene per chi li danneggia o li abbatte.
Decreto 23 ottobre 2014 “Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento”. Questo decreto appunto va a completare la Legge 10 esponendo i “criteri di monumentalità” per rico- noscere gli alberi monumentali e tutta  la procedura per la loro segnalazione e catalogazione.
La legge 14 gennaio 2013, n.10, nell’art.7 spiega la definizione di “Albero monumentale” articolandola attraverso i seguenti punti:
– Albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali che possano essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età e dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che rechino un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali.
L’ Art.5 del Decreto 23 ottobre 2014 spiega nei dettagli i criteri di attribuzioni di monumentalità per riconoscere e sele- zionare eventuali alberi di pregio:
– I filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;

 

Pino monumentale di Torre de Passeri

 

Vengono considerati gli esemplari appartenenti sia le specie autoctone che quelle alloctone.
– Valore ecologico riferito alle presenze faunistiche che si insediano su un albero monumentale, con riferimento anche alla rarità delle specie coinvolte e al loro pericolo di estinzione ed al particolare habitat che ne garantisce l’esistenza.
– Pregio naturalistico legato alla rarità botanica che è riferito alla rarità assolu- ta o relativa e si considerano anche le specie estranee all’area geografica di riferimento, quindi esotiche, e alle specie che, seppur coerenti in termini di areale di distribuzione, sono poco rappresentate numericamente.
-Pregio paesaggistico che considera l’albero come elemento distintivo, punto di riferimento, motivo di toponomastica ed elemento di continuità storica di un luogo.

-Pregio storico-culturale-religioso, legato alla componente antropologico- culturale, intesa come senso di apparte- nenza e riconoscibilità dei luoghi da parte della comunità locale, come valore testimoniale di una cultura, della memo- ria collettiva, delle tradizioni, degli usi e costumi. Inoltre esemplari legati a eventi di storia locale e a tradizioni, leggende, riferimenti  religiosi ecc…

 

Pino monumentale di Teramo – Foto Colazilli

 

La tutela dell’albero monumentale

Gli alberi monumentali vanno tutelati con specializzazioni valide, istituendo delle commissioni speciali di esperti che si dedicano alla loro cura dal punto di vista della salute, alla valorizzazione del contesto in cui si trovano, allo studio storico-naturalistico. I cambiamenti climatici, l’inquinamento e l’eccessiva antropizzazione del territorio con il dilagante consumo di suolo rischiano di portare alla scomparsa dei patriarchi monumentali, destinati a morire per colpa di malattie o attacchi di parassiti micidiali.
Bisogna prevedere monitoraggio, cura e valorizzazione degli esemplari con interventi minimi di potatura, tutelando in maniera attenta e decisa anche il territorio intorno ad essi, le condizioni pedologiche, la salubrità del sito.
La tutela degli alberi monumentali non può essere gestita da personale inesperto ed è necessaria una perfetta collaborazione tra tutte le principali figure professionali che si dedicano alla tutela e valorizzazione dei beni culturali, naturalistici e paesaggistici, in particolar modo: i dottori forestali, I dottori agronomi, i paesaggisti, i botanici, i biologi, gli arboricoltori, gli agrotecnici, gli storici del paesaggio, gli storici dell’arte esperti in beni culturali e paesaggistici, intervenendo con una costante tutela e valorizzazione dal punto di vista agronomico, paesaggi- stico, storico e culturale.
Per quanto riguarda gli interventi di manutenzione e potatura degli esemplari arborei di pregio, soprattutto in contesti urbani, è fondamentale che le Amministrazioni pubbliche o gli Enti preposti alla tutela, si impegnino a organizzare corsi di formazione altamente qualificati per formare il personale addetto.
Tale regolamento di gestione del verde è specificato nella Legge n. 10 del 2013 nell’art. 6 comma g) in cui si obbliga comuni, province e regioni “Alla creazione di percorsi formativi per il personale addetto alla manutenzione del verde, anche in collaborazione con le università, e alla sensibilizzazione della cittadinanza alla cultura del verde attraverso i canali di comunicazione e di informazione.”
Come specificato nell’art.9 “Tutela e salvaguardia” del Decreto 23 ottobre 2014, “ l’abbattimento e le modifiche della chioma e dell’apparato radicale sono realizzabili, dietro specifica autorizzazione comunale, solo per casi moti- vati e improcrastinabili per i quali è accertata l’impossibilità di adottare soluzioni alternative, previo parere vincolante del Corpo Forestale dello Stato (attuali Carabinieri  Forestali), che si può avvalere della consulenza dei Servizi fitosanitari regionali. I comuni provvedono a comunicare alla regione gli atti autorizzativi emanati per l’abbattimento o modifica degli esempla- ri.” Se l’albero monumentale invece è un pericolo imminente per la pubblica inco- lumità e sicurezza urbana, “l’Amministrazione comunale provvede tempestivamente agli interventi necessari a prevenire ed eliminare il pericolo, dandone immediata comunicazione al Corpo Forestale dello Stato, e predispone, ad intervento, conclusivo, una relazione tecnica descrittiva della situazione e delle motivazioni che hanno determinato l’intervento.”

 

Cipresso monumentale di Villa d’Este a Tivoli – Foto Colazilli

 

La cura di un albero monumentale

L’albero monumentale è un complesso ecosistema in totale equilibrio dinamico con l’ambiente che lo circonda. Ogni alterazione di questo equilibrio può provocare situazioni inaspettate dove intervengono fattori importanti come temperatura, umidità, vento, disturbo antropico ecc…
Le principali problematiche e malattie che colpiscono gli alberi monumentali sono legate principalmente a condizioni di stress ambientale: stress climatici, nutrizionali e idrici; stress da compattamento del terreno e da riporto del terreno; danni da inquinamento di aria e terreno; danni meccanici all’apparato radica- le, al fusto e alla chioma; malattie virali, degradazione del legno e marciumi  radicali; malattie da insetti defogliatori o xilofagi.
Sugli alberi monumentali è importante prima di tutto procedere a una dettagliata analisi delle condizioni di salute e di stabilità acquisendo dati oggettivi che siano in grado di dire che tipo azione deve essere attuata per salvaguardare l’esemplare. La prima fase è quella di una perizia fitopatologica e strutturale che va a indagare le condizioni ecologiche, climatiche e microclimatiche, le caratteristiche del terreno, lo stato di salute dell’apparato radicale e dell’intero albero. Per far questo vengono realizzate delle schede di rilievo in cui viene spiegata nel dettaglio la situazione dell’albero monumentale. Nel contempo si effettuano analisi sia sul campo che in laboratorio per avere un quadro completo della situazione. Si procede a un rilievo biologico inserendo i dati relativi alla specie, circonferenza,
altezza, ampiezza, chioma e apparato radicale. Si analizza il luogo in cui l’albero si trova che può essere aiuola, parco cittadino, parco privato, bosco; si analizza il tipo di utilizzazione dell’area, se è presente un impianto di irrragazione, una pavimentazione ecc… Si studiano i  problemi fitopatologici-strutturali riferendo- si alla specie arborea, con particolare riferimento alla storia degli interventi effettuati nel passato. Un metodo molto utilizzato è la Visual Tree Assessment (V.T.A.), ovvero la fase di controllo visivo della pianta, con analisi dettaglia- ta dell’esemplare e delle condizioni ambientali in cui si trova. Tale analisi deve essere effettuata su tutto l’esemplare arboreo dalla base fino alla chioma. E’ quindi importante ispezionare in maniera dettagliata ogni parte dell’albero e delle ramificazioni utilizzando la tecnica del Tree-climbing che evita l’utilizzo di cestelli con mezzi meccanici ingombranti che possono arrecare grave disturbo all’albero monumentale.

 

Quercia monumentale nelle campagne di Loreto Aprutino (PE) – Foto Colazilli

 

In molti casi può capitare che un semplice controllo visivo non sia in grado di valutare le condizioni di salute di un albero monumentale in quanto molti sintomi possono essere nascosti ed è quindi necessario procedere con una serie di analisi molto specialistiche sul campo. Tra questi esami ci sono quello dendrologico del tessuto legnoso su fusto, rami e radici; analisi dell’accresci- mento dei germogli; studio della formazione del legno in reazione alle ferite; valutazione elettronica della vitalità dell’albero; studio dell’accumulo energe- tico negli anelli annuali; esami su tessuti e organi per ricercare fitopatie; valutare la presenza di micorrize radicali; esame del terreno per studiarne il ph e testarne l’eventuale compattezza; analisi del terreno in laboratorio; esami strutturali con valutazione della stabilità strutturale di rami, branche, colletto, apparati radi- cali; studiare i punti critici di rottura dei tessuti legnosi.
Occorre eseguire tutte le operazioni nel totale rispetto dell’albero monumentale e del suo ecosistema con l’accortezza di limitare al massimo i danni. Siamo di fronte a un sistema biologico estrema- mente delicato che può essere fortemente disturbato da qualunque intervento umano anche se lo spirito è quello della valorizzazione e conservazione.

Tra le tipologie di intervento ci sono la potatura, il consolidamento, la rigenerazione degli apparati radicali e i tratta- menti fitosanitari. La potatura non è il rimedio principale per curare una pianta monumentale come non è sufficiente a diminuire i rischi meccanici per garantire la sopravvivenza dell’esemplare. Spesso una potatura fatta male può uccidere definitivamente un albero monumentale già in condizioni precarie di salute. La funzione dell’intervento umano deve essere quella di invertire il deperimento della pianta dando vita a un graduale pro- cesso di rigenerazione. E’ un tipo di intervento estremamente difficile da attuare che richiede un costante monito- raggio della situazione sanitaria e meccanica dell’albero monumentale con un continuo aggiornamento degli interventi.

 

Quercia monumentale di Passo Cordone a Loreto Aprutino (PE) – Foto Colazilli

 

La valorizzazione degli alberi monumentali

La valorizzazione degli alberi monumen- tali deve cominciare primariamente negli enti scolastici, con una vasta campagna di comunicazione e promozione, attraverso visite guidate, progetti didattici, attività di educazione ambientale.
Tutti gli enti di promozione turistica sul territorio devono inserire gli alberi monumentali nei propri progetti territoriali. Gli alberi monumentali non devono rimanere entità a se stanti ma anzi devono interagire con tutte emergenze storico-artistiche e ambientali; in tal caso diventano importanti punti di riferimento per tour dedicati alla natura, all’arte e all’enogastronomia di territorio e l’albero monumentale può essere  trasformato in un testimonial d’eccezione. Fondamentale portare gli alberi monumentali il più possibile sui giornali, in tv, sul web, operando ai mas- simi livelli con una comunicazione di qualità che vada a valorizzare il bene albero per trasformarlo in ricchezza ine- stimabile per tutto il territorio.

 

Quercia monumentale di Barete (AQ) – Foto Colazilli

 

L’albero monumentale come testimonial di un territorio, può attirare eventi, celebrazioni,  convegni, visite guidate, trasformandosi anche in una straordinaria location per rappresentazioni teatrali o film, per esaltarne i miti, le leggende, le storie e il valore botanico e naturalistico; Valorizzare l’albero monumentale con un nome che può essere di fantasia o legato alle tradizioni del posto o riferito a personaggi delle leggende o uomini illustri che lo hanno conosciuto. Questo è un modo per rendere l’albero sempre più vicino alla cittadinanza locale e farlo diventare parte integrante della vita sociale e culturale. L’azione estremamente importante dell’educazione ambientale per la cono- scenza degli alberi monumentali avvici- na queste creature ai ragazzi. Il disegno botanico en-plein air oppure la fotogra- fia dell’albero, lo studio della sua archi- tettura, l’indagine sulla sua storia secolare sono tutte azioni che si possono mette- re in moto con i gruppi di scolaresche.
Da parte dei bambini, soprattutto, scoprire l’affascinante e magico mondo degli alberi pluricentenari è un momento di alta crescita culturale e di sviluppo della fantasia che può avere ottimi risultati sull’apprendimento e sullo sviluppo comportamentale.
Anche la psicologia si è avvicinata alla bellezza dei grandi alberi: persone e bambini affetti da gravi disturbi psicolo- gici e comportamentali possono trovare giovamento grazie alla vicinanza dei patriarchi verdi o interagendo con essi.
Infine, il valore identitario di un albero monumentale fa crescere in meglio un’intera comunità che si identifica in un simbolo pluricentenario e ne trae valore e importanza.

 

Alberto Colazilli. Esperto di paesaggio e curatore di parchi e giardini

Articolo pubblicato su “Fratello Albero” n.5 del 2016

 

Bibliografia

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Artese C. Alberi monumentali d’Abruzzo, Edizioni Cogecstre, 2012.
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Pirone G., Alberi, arbusti e liane d’Abruzzo, Edizio- ni Cogecstre, seconda edizione, 2015.
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